Didattica Museale

Nel 2004 entra come tirocinante al laboratorio “giocare con l’Arte” del MIC di Faenza (Museo Internazionale delle Ceramiche), il laboratorio che lo stesso Bruno Munari aveva fondato in quel di Faenza. Qui ha avuto la possibilità di conoscere e sperimentare la didattica munariana, ha potuto incontrare e tessere relazioni con i collaboratori storici dello stesso artista e designer. Un momento privilegiato, per entrare in contatto con i suoi scritti e le sue opere, raccogliere i racconti di chi con lui aveva lavorato, scoprire giorno dopo giorno la sua poetica. Oltre ad un tirocinio, non sapeva ancora che l’esperienza al “laboratorio giocare con l’Arte” avrebbe posto le basi al suo futuro lavoro all’interno dei Musei.
Da tirocinante passerà poi a collaboratrice dello stesso Museo Internazionale delle Ceramiche, curando progetti sperimentali all’interno delle sale espositive.
L’obiettivo era quello di uscire dalla stanza laboratorio per entrare in contatto con le opere e trasformare il museo stesso in un contenitore di racconti. Esperienza che terminerà con la creazione di percorsi museali a misura di bambino.
Nel 2009, dopo esperienze che l’hanno portata a formarsi e lavorare fuori città, viene chiamata dal Direttore del Museo Carlo Zauli di Faenza, per curare la sezione didattica dello stesso Museo.
Un museo giovane, sebbene la sua nutrita storia, che la porta prima a conoscere e incontrare la filosofia dello stesso artista e infine, ad elaborare progetti, sia per fare conoscere le opere, ma soprattutto perché l’opera diventi stimolo per aprire dei mondi da esplorare.
Lavora non solo con materiali plastici (argilla) ma le piace tradurre i percorsi, utilizzando molteplici linguaggi artistici.

 

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