“Conservare l’infanzia dentro di sé per tutta la vita vuol dire conservare la curiosità di conoscere, il piacere di capire, la voglia di comunicare” B. Munari

Anna Maria Taroni è maestra d’arte, designer, formatrice, Arteterapeuta è iscritta al registro professionale italiano Arteterapeuti (APIart) con il n. 396 ai sensi della legge 4/2013.

È una professionista certificata, iscritta al registro FAC Certifica al  n. 110 – in conformità alla norma UNI 11592.
Dell’idea di design come produzione di oggetti si “ribella”, già durante il corso di studi, avvicinandosi all’idea munariana che il designer è un progettista dotato di senso estetico che risolve problemi legati alla collettività (dunque non relegato alla sola produzione di oggetti). La ricerca sull’arte e il design acquisiscono in questa dimensione un sapore tutto particolare che la fa iscrivere alla triennale di specializzazione in Arteterapia ad Assisi ed avvicinare alla psicoanalisi. Ha scritto numerosi articoli su riviste del settore, ha fatto parte del comitato di redazione di riviste d’arte per bambini e ragazzi, ha svolto docenze universitarie, dal 2008 ha curato la didattica del Museo Carlo Zauli di Faenza, e dal 2017 al 2020 è stata coordinatrice del Dipartimento di Arteterapia dello stesso Museo. Lavora su tutto il territorio nazionale dal 2000, come formatrice e nella realizzazione di progetti culturali e di crescita all’interno di scuole di ogni ordine e grado, enti e istituzioni varie, collaborando con le singole realtà territoriali. La sua ricerca e lavoro, è stata riconosciuta nel 20132015, 2017, 2019, 2021 dal Comitato Scientifico del Centro Studi Erickson come esempio di buona prassi per l’integrazione e l’inclusione scolastica e sociale. Ha collaborato con l’Associazione Alzheimer, Parkinson ed Ictus (A.L.I.Ce) di Ravenna e con il Centro Disturbi Cognitivi e Demenza dell’Ausl della Romagna. Da Settembre 2019 a Settembre 2022 è stata docente di Arteterapia in Scuole di ArtiTerapie. É Presidente dell’Associazione Culturale “La Stalla 1873 – Accademia di ricerca, formazione e sperimentazione”. Come arteterapeuta e ceramista, lavora per conto della Fondazione «Lene Thun Onlus» all’interno dei laboratori permanenti del Policlinico S. Orsola Malpighi di Bologna - Reparti di Ematologia Oncologica Pediatrica e Pediatria.
Riceve privatamente in studio, bambini, adolescenti, adulti e anziani per percorsi individuali di Arteterapia.

Da settembre 2020 fa parte dell'équipe di Jonas Rimini - Centro di Clinica Psicoanalitica.

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Io progetto...

“Quello che mi interessa, per usare un’espressione che va di moda, è la rivoluzione permanente; che non si rimanga sempre fermi in un punto, che ci sia sempre qualcosa che gira”

J. Mirò

Considero il mio lavoro come l’atelier di Mirò: un orto.

“Là ci sono dei carciofi, qui delle patate. Bisogna tagliare le foglie per fare crescere i frutti. A un dato momento bisogna tagliare. Lavoro come un giardiniere o come un vignaiolo. Le cose vengono su lentamente. Il mio vocabolario delle forme, per esempio, non l’ho scoperto tutto in una volta. Si è sviluppato quasi mio malgrado. Le cose seguono il loro corso naturale. Crescono, maturano. Bisogna fare innesti. Bisogna irrigare, come per l’insalata. Tutto questo matura il mio spirito. Perciò io lavoro sempre a una quantità di cose alla volta. E perfino in campi differenti…” (Joan Mirò – I miti del mediterraneo, catalogo della mostra a cura di C. Beltramo Ceppi Zevi, Pisa, Palazzo Blu, 9 ottobre 2010 – 23 gennaio 2011, Milano, Giunti, 2010)

Progetto per dare forma a sogni, incontro le persone per dargli gli strumenti per dare forma ai loro di sogni, per spolverare e fare riemergere il loro desiderio, capace di generare una vita soddisfatta. Perché il lavoro artistico ha questo di speciale, aiuta a mettere in fila, a riordinare, a pensare, provare, sperimentare, ricercare per arrivare a dare una forma, e dalla forma, arrivare alla parola, al suo racconto. Durante il mio lavoro mi piace solleticare la creatività addormentata nelle persone, risvegliarla pian piano e rimetterla in movimento, poiché un persona creativa è una persona che nelle difficoltà, può attingere dal suo bagaglio, gli strumenti utili per affrontare la quotidianità con un passo differente.  Ma ancora aggiungo, è un lavoro che da la possibilità alle persone di rimettersi in contatto con la meraviglia, lo stupore e la sorpresa, per fare riemergere le bellezze nascoste dentro di noi, e allora come Michelangelo le libereremo rimuovendo tutto quello che impedisce la loro visione, rivelando e portando alla luce la bellezza nascosta.

dicono di me..

“…il Piccolo Principe non aveva mai rinunciato a una domanda una volta che l’aveva espressa… l’uomo d’affari capì che non c’era speranza di pace…” Il Piccolo Principe

È come un piccolo torrente sempre in piena, ti prende, ti coinvolge, ti trasporta e quando si arriva in acque più tranquille e trasparenti allora vedi e intuisci con chiarezza i contenuti della sua ricerca e della sua continua sperimentazione. Ho pensato a Cristoforo Colombo che scoprì l’America galleggiando su tre pezzi di legno.
Anna al momento ne ha costruiti due ma ha già molto navigato, ed ha scoperto, intuito e sperimentato, nell’ambito delle sue competenze anche nuovi modi del fare progettuale. Bruno Munari è in mezzo a noi; per Anna è sempre stato e lo sarà sempre un importante punto di riferimento stimolandola a credere realmente e non per simulazione in quel concetto, in quell’affermazione che a noi tutti appartiene “da cosa nasce cosa”.
“Progettare è facile quando si sa come si fa”. Non è vero Anna?
Mauro Mami
Docente ISIA
2006

Questo libro è lo specchio dell’anima dell’autrice ed è la dimostrazione concreta della passione con cui svolge il suo lavoro. Giustamente, Dario e Maria Grazia l’hanno definita “…un piccolo caterpillar” che però non distrugge, ma crea con entusiasmo e fantasia ciò che è divenuta una fondamentale ragione di vita: aiutare a crescere i bambini e con essi anche coloro che gli sono vicini, aggiungo io! E farlo con gioia, proprio come sta facendo Anna Maria, con quel suo grande sorriso solare che ti contamina e che ti fa bene “dentro” e, lasciatemelo dire, aiuta con i suoi bambini a svecchiare anche il MIC e a renderlo un po’ più allegro. Per questo tuo lavoro e per il modo in cui lo svolgi, il mio grazie sincero.
Pier Antonio Rivola
Presidente del MIC (Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza)
2006

Estate complicata, polverosa, piovosa, in manutenzione straordinaria; riordino e trasloco, disordine, un po’ di ferie, riposo, stanchezza ma… come niente fosse un piccolo caterpillar va avanti e indietro: si chiama Anna Maria Taroni – AMT (éi-èm-tì). Impossibile evitarla, l’unica è chiudersi in bagno, ma poi bisogna uscire… Ha sempre una novità, un racconto, un’idea che diventa lavoro; ma non è un incubo, neppure un raggio di sole, ma uno squarcio di sereno sì; entusiasmo deambulante, energia parlante e gesticolante; un pieno da vuotare perché non esploda. Idee concrete che diventano fatti concreti. Lavora come una formichina, canta come una cicala, vola come una farfalla, insiste come un moscone, corre come vento, spuma come mare, abbaglia come sole, batte come un martello.. attento al dito!
Non ancora lieve come piuma, aerea, ma c’è tanto tempo ancora!... per ora… arriverderci, Anna Maria e, grazie!!!
Dario Valli
Responsabile laboratorio giocare con l’Arte del MIC di Faenza
2006

Un’esperienza forte, un’occasione unica quella vissuta al convegno di aggiornamento per insegnati organizzato dalla Fism a Fognano, da ricordare per la sua particolarità e la sua abilità nel coinvolgere le insegnati in un lavoro di squadra, che le ha viste protagoniste e parte insostituibile dell’intero convegno. Idee bellissime, divertenti e formative che la Fism ha raccolto in questo opuscolo, perché rimanga documentato un momento unico che nel tempo potrà servire da guida e stimolo per nuove proposte educative.
Saula Donatini
Presidente Provinciale Fism
2009

Arteterapia

Formazione

Scuole

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