Le stanze dimenticate

Giovedì 24 Marzo 2016 – ore 9.00/12.00, nello Spazio Atelier (Ex Profumeria) c/o Shopping Center “La Filanda” –  Via della Costituzione, Faenza (RA) ci troveremo per un Workshop di Crescita Creativo “LE STANZE DIMENTICATE”

Di che cosa si tratta?

Si parla di pulizie pasquali o pulizie di primavera dove si cerca di riordinare la propria casa, si toglie la polvere, si pulisce, concretamente nell’esteriorità. Passeremo dall’esteriorità, all’interiorità.

Andremo a riscoprire stanze dimenticate, aprire le finestre e rimettere in luce antiche meraviglie.

Tutto questo avverrà attraverso l’uso dell’arte, dei colori, dei materiali.

Daremo forma ai pensieri, coloreremo con le emozioni, aggiungeremo i profumi dei ricordi.

Non occorre avere specifiche abilità manuali, ma la voglia di scoprirsi e mettersi in gioco.

 

Perchè proprio stanze?

L’idea di questo workshop nasce dopo aver letto la teoria di Ezio Bosso sulle dodici stanze, che vi riporto di seguito.

Si dice che la vita sia composta da 12 stanze. 12 stanze in cui lasceremo qualcosa di noi che ci ricorderanno. 12 le stanze che ricorderemo quando saremo arrivati all’ultima. Nessuno può ricordare la prima stanza dove è stato, ma pare che questo accada nell’ultima che raggiungeremo. Stanza, significa fermarsi, ma significa anche affermarsi. “La libertà che riprende stanza” è un modo dire. Quando abbiamo trovato finalmente un posto dove fermarci abbiamo inventato le stanze. E gli abbiamo dato nomi, numeri e significati. La stanza dei giochi. La stanza della musica. Le stanze della memoria. Sono infinite le stanze. Ma non ci pensiamo mai. Sono così comuni nella nostra vita che le releghiamo ad essere vane chiamandole vani. Poi ci sono le stanze con un carattere. Le stanze della gioia o del dolore. E stanze in cui rifugiarsi e quelle in cui recludersi. Per ogni stanza che percorriamo apriremo una porta che ci porterà dentro e fuori da esse. Le stanze sono vuote o piene e siamo noi a deciderlo. Come se le nutrissimo. Io ho dovuto percorre stanze immaginarie, perché nella mia vita ho dei momenti in cui entro in una stanza che non mi è molto simpatica detto sinceramente. E’ una stanza in cui mi ritrovo bloccato per lunghi periodi, una stanza che diventa buia, piccolissima eppure immensa e impossibile da percorrere. Quando sono lì sembra impossibile poterne uscire. A volte si trova in un ospedale a volte a casa ma diventa sempre la stessa stanza. E’ una stanza talmente buia che anche gli affetti fanno fatica ad entrarci. Lo avverto, me lo hanno detto. Ma anche lei mi ha regalato qualcosa, mi ha incuriosito, mi ha ricordato la mia fortuna. Mi ha fatto giocare con lei. Mi ha fatto cercare il significato di stanza, mi ha fatto incontrare storie di stanze. E delle stanze dentro al lavoro degli uomini. Che ne condizionano le scelte o ispirano loro malgrado. Quasi tutte le creazioni dell’uomo avvengono in una stanza. Che la vita quindi non è un tempo ma uno spazio. Infinito. La mia stanza antipatica mi ha insegnato che Chopin scrisse i suoi Preludi dopo che avevano bruciato la sua stanza a Mallorca, che Cage compose stanze, che Bach fu il primo compositore ufficiale di stanze. Lo sapevate che le canzoni prima si chiamavano stanze? Si, perché la stanza è anche una poesia. E poi che Orfeo entrò nelle stanze internali per fare il patto, che Rachmaninov si chiuse in una stanza e ne uscì suonando un brano di Sgambati su Orfeo e altro ancora. E così ho imparato a inventare stanze da percorrere e mi ha dato la possibilità di scrivere queste 12 stanze nascoste, di costruirle. Mi ha fatto diventare oltre che compositore meteorologo, compositore pneumologo o compositore oceanografo anche un compositore carpentiere.”

 

Il Workshop è a numero chiuso, max 10 persone. Le iscrizioni verranno prese in ordine di arrivo.

Conduce: Anna Maria Taroni – Atelierista, Formatrice, Arteterapeuta in formazione

 

Programma completo e maggiori info:

Programma_Le_Stanze_Dimenticate

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