La Palestra del Cuore

“Le cose sono unite da legami invisibili,

non puoi cogliere un fiore senza turbare una stella”

Galileo Galilei

 

 

La Palestra del Cuore nasce dall’ascolto  e dalle domande di chi quotidianamente ricevo in studio.

A volte c’è paura ad iniziare un percorso di Arteterapia, per la lunghezza, per i territori che si esplorano, per la profondità a cui si approda, per quella parola terapia vicino ad arte che viene spesso vissuta come nota stonata. Sono davvero tanti i motivi che frenano l’inizio di questo avventuroso percorso.

La Palestra del Cuore, vuole invece essere uno spazio propedeutico, di consapevolezza e crescita, un luogo dove sostare e riscoprire la propria creatività. Stimolarla, significa darsi la possibilità di vedere la vita con altri occhi, prospettive e avere la consapevolezza di poter contare su nuovi strumenti per risolvere i problemi della quotidianità.

Come ci ricorda Munari, artista e designer, “una persona senza creatività è una persona incompleta, il suo pensiero non riesce ad affrontare i problemi che gli si presentano, egli dovrà sempre farsi aiutare da qualche altra persona di tipo creativo”; ed ancora: “una persona senza creatività avrà sempre difficoltà di adattamento nelle inevitabili mutazioni della vita[…]”. 1

 La Palestra del Cuore si colloca nell’area ben-essere, ovvero stare bene con sé e con gli altri.

Alberto Pellai, ci ricorda più volte che “a scuola basta sapere e saper fare, mentre nella vita occorre anche saper essere”. 2

In questa nuova sezione si parte da qui, dal saper essere, competenza che spesso viene anestetizzata dai tanti “fare” che produciamo per non sentire il nostro dentro.

La Palestra del Cuore diventa allora quello spazio di allenamento emotivo e alla vita, dove, attraverso le esperienze proposte, si impara ad ascoltare e leggere la propria bussola, si trovano le coordinate e il proprio alfabeto emotivo, in poche parole ci si conosce. Ed è proprio conoscendosi che si impara ad essere.

In questo percorso, oltre la stimolazione delle competenze e pratica narrativa, si alimenta e si stimola la creatività,  si lavora  con la didattica delle emozioni e si sperimenta un percorso di alfabetizzazione ed educazione emotiva, si incontra la bellezza e meraviglia come fattore di prevenzione.

 

A chi si rivolge: bambini, adolescenti, giovani adulti e adulti.

 

1 B. Munari (2004), Fantasia, Bari: Editori Laterza, p.121

2 A. Pellai, B. Tamborini, Accendere il buio, dominare il vulcano, Mondadori, p. 8